Schubert a quattro mani

 

Franz Schubert : L’opera completa per pianoforte a 4 mani
Christian  Ivaldi e   Noel  Lee  pianoforte a quattro mani

Lato A
Allegro in la minore “Lebenssturme”
Divertimento su motivi francesi
D.823 inizio
Divertimento in mi minore

Lato B
Divertimento su motivi francesi
D.823 seguito
Andantino variato in si bemolle minore (op.84 n.1)
Rondò brillante in mi minore

Lato C
Sonata in do maggiore detta “Gran Duo”   (op.140-D  812)
Allegro moderato
Andante
 

Lato D

Scherzo

Allegro vivace
Ouverture in fa

 

Lato E

Fantasia in fa minore  (op.103-D 940)

Lato F

Variazioni in la bem. Magg.   (op.35-D 813)
Quattro Laendler   (D.814)

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Haydn: La Creazione

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La Creazione


La Creazione (in tedesco: Die Schöpfung) è un oratorio in tedesco di Franz Joseph Haydn (Hob. XXI:2). Composto tra il 1796e il 1798, presenta come tema la Creazione del Mondo come viene raccontato nella Genesi.


Composizione e prima rappresentazione


Haydn fu stimolato nella composizione di un grande oratorio durante i suoi viaggi in Inghilterradel 17912 e 17945, dove ebbe occasione di sentire gli oratori di Georg Friedrich Händel. È probabile che egli volesse tentare di ottenere, attraverso l’uso del linguaggio musicale del maturo classicismo viennese, un importante risultato.


Il lavoro sull’oratorio durò dall’ottobre del 1796all’aprile del 1798. Haydn trovò come suo tema d’ispirazione e come suo proprio messaggio. Egli lavorò al progetto sino allo sfinimento e dopo la prima rappresentazione s’ammalò realmente per lungo tempo.


La Creazione fu rappresentata per la prima volta a Vienna (nel Palais Schwarzenberg) nell’aprile e maggio del 1798 per un pubblico privato, composto da nobili, dai quali fu commissionata, e dai loro ospiti. L’oratorio fu successivamente messo in scena per la prima volta al pubblico nel marzo del 1799 al Burgtheaterdi Vienna. Questa première ebbe un grandioso successo e la composizione fu ripresa frequentemente durante i restanti anni di vita di Haydn.


Seguì una traduzione del testo in inglese, la quale prima rappresentazione ebbe luogo al Convent Garden di Londra nel 1800 e, successivamente, dopo che i compositori furono autorizzati alla traduzione, in tutta Europa.


Una nuova rielaborazione per tre voci soliste, coro e orchestra d’ottoni fu allestita per la prima volta il 19 luglio2006 alla fine del Festival Thurn und Taxi di Ratisbonae all’esecutivo della rappresentazione parteciparono il coro di voci bianche Regensburger Domspatzen così come la Swiss Army Brass Band.


Una tipica rappresentazione de La Creazione dura un’ora e 45 minuti.


Handel: Dettinger Te Deum

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Georg Friedrich Händel – Dettingen Te Deum – HWV 283

Il Dettingen Te Deum, composto per celebrare la vittoria dell’esercito austro-inglese su quello francese a Dettingen (27 giugno 1743), è un brano notevole per equilibrio, ricchezza di sfumature e momenti espressivi.
Sin dalla prima esecuzione del 27 novembre 1743 a Saint-James Palace, presente il re Giorgio II, viene accolto con entusiasmo dal pubblico inglese che, in questa musica pomposa e solenne, riconosce l’incarnazione dei propri sentimenti e delle proprie convinzioni. Le fanfare, i timpani, gli assoli strumentali, le parti vocali alternate ai cori con carattere acclamativo, creano un insieme solenne e celebrativo eseguito anche come accompagnamento di cerimonie ufficiali, non solo religiose.
Un breve preludio strumentale introduce il coro festante con trombe e tamburi “Noi ti lodiamo, o Dio”; segue un semi-coro in tre parti in stile lamentoso che conduce al coro completo “To Thee, Cherubin and Seraphim”, maestoso nel suo movimento e ricco di armonia. “Thou art the King of glory” vede protagonista il basso in dialogo con le trombe e con intervento del coro in chiusura. Una fanfara di trombe introduce i quattro movimenti seguenti, tutti con solisti e coro e accompagnamento di trombe. “Thou sittest at the right hand of God” (Tu siedi alla destra di Dio) è la sezione più lunga movimento sviluppata insieme da coro, contralto, tenore e basso; è un momento di pace, di serenità con accenni bucolici per qualche intervento discreto dell’oboe. “Day by Day we magnify Thee” inizia in modo pacato col rinforzo di trombe e organo, poi, dopo l’entrata del coro, si uniscono in modo prepotente i timpani, il coro insiste Day by Day… e sotto gli arpeggi dei violini si avvia a chiudere con una fuga arricchita dal ritorno di trombe e timpani.
Il Te Deum giunge a conclusione; dopo “Signore abbi pietà”, un’appassionata implorazione, quasi un recitativo accompagnato, le trombe, all’inizio con discrezione, annunciano “O Lord, in Thee have I trusted” (o Signore, in te ho fiducia), quasi una una fuga in tono solenne con il sostegno anche dell’organo