Donizetti: Don Pasquale

Donizetti:
Don Pasquale

Scarica qui Don Pasquale di Donizetti


Don Pasquale, dramma buffo in tre atti, libretto di Giovanni Ruffini.

Registrazione effettuata negli studi EMI di Abbey Road (Londra) dal 1 al 4 e dal 7 al 9 agosto 1978
Ambrosian Opera Chorus
Maestro del coro John McCarthy, buffo
London Simphony Orchestra diretta da Sarah Caldwell

Don Pasquale: Donald Gramm
Vecchio celibatario tagliato all’antica

Dottor Malatesta Alan Titus, baritono
Uomo di ripiego, medico e amico di Don Pasquale e amicissimo di

Ernesto Alfredo Kraus, tenore
Nipote di Don Pasquale, amante corrisposto di Norina

Norina Beverly Sills, soprano
Giovane vedova

Un notaro Henry Newman, baritono

Don Pasquale è un dramma lirico in tre Atti, musicato da Gaetano Donizetti tra il novembre e il dicembre del 1842, su libretto di M.A. [ Giovanni Ruffini

tratto da Ser Marcantonio (Parigi, 1808) di Angelo Anelli. Don Pasquale venne rappresentato per la prima volta a Parigi, al Théâtre des Italiens, il 3 gennaio 1843, sotto la direzione di Théophile Alexandre Tilmant.

LA PARTITURA MANOSCRITTA

La partitura manoscritta autografa è nell’Archivio Ricordi di Milano.

IL LIBRETTO

Solisti della prima rappresentazione parigina, al Théâtre des Italiens, il 3 gennaio 1843:
Norina – soprano – giovane vedova, natura subita, impaziente di contraddizione, ma schietta e affettuosa (Giulia Grisi)
Ernesto – tenore – nipote di Don Pasquale, giovane entusiasta, amante corrisposto di Norina (Giovanni Matteo de Candia)
Don Pasquale – buffo – vecchio celibatario, tagliato all’antica, economo, credulo, ostinato, buon uomo in fondo (Luigi Lablache)
Dottor Malatesta – baritono – uomo di ripiego, faceto, intraprendente, medico e amico di Don Pasquale e amicissimo di Ernesto (Antonio Tamburini)
un notaro – tenore – (Federico Lablache)

Coro di servi

Maggiordomi, modista e parrucchiere che non parlano

LA TRAMA

L’azione si svolge a Roma

Atto I

Sala in casa di Don Pasquale, con porta in fondo d’entrata comune, e due porte laterali che guidano agli appartamenti interni.

Don Pasquale, vecchio ricco e scapolo, è arrabbiato col nipote Ernesto che vuole sposare Norina, vedova bella, ma povera. Decide allora di prendere moglie per punire il giovane e diseredarlo. Il dottore Malatesta comunica a Don Pasquale di conoscere la ragazza che fa per lui: sua sorella Sofronia (“Bella siccome un angelo”), dal carattere docile, appena uscita dal convento. Ernesto è disperato, non può coronare il suo sogno d’amore (“Sogno soave e casto”) e scrive una lettera d’addio a Norina. Nella sua camera la bella Norina sta leggendo un libro d’amore (“So anch’io la virtù magica”) e, nel ricevere la posta di Ernesto, cade nel più profondo sconforto. Malatesta la rassicura e le spiega di aver organizzato per il vecchio Don Pasquale un matrimonio fasullo. Finta è la sposa perché è la stessa Norina nelle vesti di Sofronia, e finto è pure il notaio.

Atto II

Sala in casa di Don Pasquale

Ernesto compiange la sua sorte (“Cercherò lontana terra”) mentre suo zio è tutto in ghingheri per ricevere la sposa. Arrivano Malatesta e Sofronia (Norina travestita). Don Pasquale rimane colpito e affascinato dalla bellezza e dal comportamento umile della ragazza (“Via da brava”). Si celebra il matrimonio ed Ernesto, che fa da testimone, riconosce Norina, ma viene subito informato da Malatesta della burla, e sta allo scherzo di buon grado. Firmato il contratto nuziale Sofronia si rivela una padrona di casa autoritaria e prepotente (“Voglio, per vostra regola”): raddoppia la paga alla servitù , progetta spese folli e minaccia Don Pasquale.

Atto III

Sala in casa di Don Pasquale, come nell’Atto I e II. Sparsi sui tavoli, sulle sedie, per terra, articoli di abbigliamento femminile, abiti, cappelli, pellicce, sciarpe, merletti, cartoni …

Le pretese di Sofronia aumentano (“I diamanti, presto, presto”) e Don Pasquale non riesce ad impedirle di andare a teatro, sebbene sia la prima notte di nozze (“Dove corre in tanta fretta”). La giovane moglie, uscendo, fa cadere volutamente un foglietto per far pensare a Don Pasquale che ella abbia un amante. Adirato il povero marito chiama il dottor Malatesta e insieme decidono di appostarsi in giardino per sorprendere i due innamorati (“Cheti cheti immantinente”). Ernesto, come suggerito dalla sottile regia di Malatesta, finge di essere l’amante di Sofronia e canta la serenata “Com’è gentil la notte a mezzo april”. I due giovani si abbracciano e si dichiarano il reciproco amore (“Tornami a dir che m’ami”). Don Pasquale e Malatesta escono dal nascondiglio, Ernesto fugge e Sofronia si difende dalle accuse, mostrandosi indignata. Il dottore le annuncia che in casa di Don Pasquale si stabiliranno d’ora in poi Ernesto e Dorina come marito e moglie. Sofronia finge ancora di essere adirata e minaccia di andarsene. Don Pasquale, ben felice di liberarsi da una consorte così bisbetica, dà il consenso alle nozze del nipote. Arriva Ernesto e Malatesta svela l’inganno a Don Pasquale, che appresa la lezione, benedice i due giovani (“La moral di tutto questo”).

SCENA ULTIMA

Norina
La moral di tutto questo
è assai facile trovar.
Ve la dico presto presto
se vi piace d’ascoltar.
Ben è scemo di cervello
chi s’ammoglia in vecchia età ; va a cercar col campanello
noie e doglie in quantità .

Don Pasquale
La morale è molto bella
applicarla a me si sta.
Sei pur fina, o bricconcella,
m’ha servito come va.

Malatesta ed Ernesto
La morale è molto bella,
Don Pasqual l’applicherà .
Quella cara bricconcella
lunga più di noi la sa.

FINE


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