Richard Strauss: Sinfonia delle Alpi

 

 

Sinfonia delle Alpi (Eine Alpensinfonie) (1915)

 

 

Noto soprattutto per i suoi poemi sinfonici e le sue opere liriche, Richard Strauss non era imparentato con gli Strauss viennesi, famosi compositori di valzer.

 

Cresciuto in una famiglia molto musicale, si appassionò di musica soprattutto grazie al padre, cosicché Strauss iniziò a comporre già all’età di sei anni. In seguito ricevette lezioni di composizione dal maestro di cappella Friedrich Wilhelm Meyer, dietro la sua guida o forse da lui ispirati e dopo le prime opere (spesso solo per pianoforte e canto) nacquero i concerti, una grande sonata, un quartetto d’archi, due sinfonie e una serenata per fiati (Op.7). Nel 1882 egli iniziò lo studio all’Università di Monaco ma lo interruppe presto. Nel 1883 fece un viaggiò fra Dresda e Berlino dove strinse contatti importanti, tra cui con il noto direttore della Meininger Hofkapelle, Hans von Bülow. Nel 1885 Bülow assunse Strauss come maestro di cappella del Meininger Hof (dove, fra gli altri, Strauss conobbe Johannes Brahms); quando Bülow poco dopo lasciò l’incarico, Strauss divenne il suo successore fino alla fine della stagione 1885/86. Fino ad allora aveva composto secondo uno stile simile a Brahms o Schumann, il suo orientamento musicale cambiò all’incontro con Alexander Ritter violinista. Questi convinse Strauss a rivolgere la sua attenzione alla musica di Richard Wagner, non prima però di essersi cimentato con poemi sinfonici che traggono qualche idea da Franz Liszt. Il nuovo stile compositivo di Strauss si avverte nella Fantasia per orchestra in quattro movimenti “Aus Italien”; diviene però più evidente nelle successive opere per orchestra, programmatiche e in un solo movimento, chiamate da Strauss Tondichtungen (normalmente tradotto con “Poemi Sinfonici”, anche se il termine più vicino sarebbe “poemi in suono”). Dopo le difficoltà iniziali (del primo poema sinfonico, Macbeth, esistono almeno tre versioni), Strauss trovò il suo stile con Don Juan (1888-89) e soprattutto Tod und Verklärung (1888-90) che lo rese rapidamente celebre, per la vicinanza col Tristano di Wagner, per l’esasperato cromatismo e le pulsioni ritmiche in rallentando che rappresentano il fermarsi del battito cardiaco. Alcuni anni più tardi seguì una seconda serie di poemi sinfonici, fra cui Also sprach Zarathustra (1896), le cui battute iniziali sono state divulgate dal film 2001: Odissea nello spazio[1]. A differenza di Mahler, Strauss pur lanciando messaggi drammatici, punta a un’espressività più cinematografica che culminerà in lavori come il poema sinfonico (l’ultimo) “Sinfonia della Alpi (Eine Alpensinfonie)” del 1915; lo stile di Strauss qui è legato ancora al tardoromanticismo. La Sinfonia delle Alpi è ricordata anche per l’imponente organico orchestrale usato che si avvicina quasi all’orchestra di Mahler.

 

Nel 1887 Strauss iniziò il lavoro alla sua prima opera, Guntram, poco rappresentata sin dal 1894. Feuersnot (1901) ebbe invece un maggior successo. Il vero trionfo internazionale e la fama come compositore operistico gli giunsero con le due opere Salomè (1905) ed Elektra (1909). Strauss, anche in Elektra, non abbandonò mai la tonalità, come fece invece Arnold Schönberg, nello stesso periodo, con i Gurrelieder. Salomè ed Elektra furono anche le prime opere che videro la collaborazione fra Strauss e il poeta Hugo von Hofmannsthal. Anche in seguito i due lavorarono assieme, nonostante Strauss avesse modificato in parte la sua musica, ottenendo grandi successi di pubblico, come con Der Rosenkavalier (1911), opera in tre atti ambientata nel ‘700 ricca di riferimenti erotici, tuttavia meglio accettati dal pubblico rispetto alle precedenti esperienze delle opere Elektra e Salomè che sono le più avanguardiste tra le opere di Strauss e sono classificabili come esempi di teatro orgiastico.[2] Salomè è forse la più nota tra le opere teatrali di Strauss e nonostante il successo raggiunto all’inizio scandalizzò la critica mondiale. Da ricordare, a questo proposito, la rappresentazione del 1907 a New York, che fu ritirata su richiesta della Chiesa per la scena in cui Salome bacia la testa mozza di San Giovanni, seguendo fedelmente il testo di Oscar Wilde su cui l’opera è basata.[3]

 

Fino al 1930 Strauss scrisse ancora numerose opere, ma il suo stile si appiattì, e la grande opera La donna senz’ombra (Die Frau ohne Schatten) marcò il punto finale di una fase drammatico-sperimentale nella sua produzione. Negli anni successivi nascono lavori di costruzione più leggera e in stile classicistico, come Capriccio e Daphne. La sicurezza drammaturgica per il teatro musicale comunque rimane, e quasi tutte le sue opere liriche sono dei successi.[4]

 

                                                                                                                                     

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