Handel: Dettinger Te Deum

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Georg Friedrich Händel – Dettingen Te Deum – HWV 283

Il Dettingen Te Deum, composto per celebrare la vittoria dell’esercito austro-inglese su quello francese a Dettingen (27 giugno 1743), è un brano notevole per equilibrio, ricchezza di sfumature e momenti espressivi.
Sin dalla prima esecuzione del 27 novembre 1743 a Saint-James Palace, presente il re Giorgio II, viene accolto con entusiasmo dal pubblico inglese che, in questa musica pomposa e solenne, riconosce l’incarnazione dei propri sentimenti e delle proprie convinzioni. Le fanfare, i timpani, gli assoli strumentali, le parti vocali alternate ai cori con carattere acclamativo, creano un insieme solenne e celebrativo eseguito anche come accompagnamento di cerimonie ufficiali, non solo religiose.
Un breve preludio strumentale introduce il coro festante con trombe e tamburi “Noi ti lodiamo, o Dio”; segue un semi-coro in tre parti in stile lamentoso che conduce al coro completo “To Thee, Cherubin and Seraphim”, maestoso nel suo movimento e ricco di armonia. “Thou art the King of glory” vede protagonista il basso in dialogo con le trombe e con intervento del coro in chiusura. Una fanfara di trombe introduce i quattro movimenti seguenti, tutti con solisti e coro e accompagnamento di trombe. “Thou sittest at the right hand of God” (Tu siedi alla destra di Dio) è la sezione più lunga movimento sviluppata insieme da coro, contralto, tenore e basso; è un momento di pace, di serenità con accenni bucolici per qualche intervento discreto dell’oboe. “Day by Day we magnify Thee” inizia in modo pacato col rinforzo di trombe e organo, poi, dopo l’entrata del coro, si uniscono in modo prepotente i timpani, il coro insiste Day by Day… e sotto gli arpeggi dei violini si avvia a chiudere con una fuga arricchita dal ritorno di trombe e timpani.
Il Te Deum giunge a conclusione; dopo “Signore abbi pietà”, un’appassionata implorazione, quasi un recitativo accompagnato, le trombe, all’inizio con discrezione, annunciano “O Lord, in Thee have I trusted” (o Signore, in te ho fiducia), quasi una una fuga in tono solenne con il sostegno anche dell’organo

 


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