Beethoven Bagatelle

 

Lato a:

Bagatelle op.126
n.1 in sol maggiore
n.2 in sol minore
n.3 in m i bemolle maggiore
n.4 in si minore
n.5 in sol maggiore
n.6 in mi bemolle maggiore

Lato b:

Bagatelle op.33
n.1 in mi bemolle maggiore
n.2 in do maggiore
n.3 in fa maggiore
n.4 in la maggiore
n.5 in do maggiore
n.6 in re maggiore
n.7 in la bemolle maggiore

 Bagatelle furono così chiamate da Couperin ai primi del settecento brevi pezzi singoli, di libera forma e sciolti da ogni nesso con gli altri e, come vuole il termine in italiano e in francese, senza importanza o sedicenti tali.

 

Tedeschizzato in  in bagatellen o tradotto in kleinlgkeiten il termine serbò quelle medesime indicazioni caratterizzatrici nella letteratura pianistica tedesca. Ma, nell’opera beethoveniana, restando valide le prime qualifiche di brevità, scioltezza e libertà, la terza di una presupposta poca importanza non può essere accolta salvo che in significato e intenzione ironica: la stessa inoltre che si legge nel titolo delle dodici bagatelle op.112 poi 119 che le qualifica in francese gradevoli e facili.

 

Senza discutere sul primo termine, non possono essere dette facili queste né le altre se non per prendere in giro i pianisti e anche gli ascoltatori delle dodici e delle sette , op 33 e specialmente delle ultime, le sei dell’op 126 con tutto che sull’autografo Beethoven le chiamò anch’esse, in tedesco, piccolezze.

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