Giacomo Puccini: Turandot

 

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Turandot è un’opera in 3 atti e 5 quadri, su libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni, lasciata
incompiuta da Giacomo Puccini (morto il 29 novembre 1924) e successivamente completata da Franco Alfano.

La prima rappresentazione ebbe luogo nell’ambito della stagione lirica del Teatro alla Scala di Milano
il 25 aprile 1926, con Rosa Raisa, Francesco Dominici, Miguel Fleta, Maria Zamboni, Giacomo Rimini e
Giuseppe Nessi sotto la direzione di Arturo Toscanini, il quale arrestò la rappresentazione a metà del
terzo atto, due battute dopo il verso «Dormi, oblia, Liù, poesia!» (alla morte di Liù), ovvero dopo
l’ultima pagina completata dall’autore, rivolgendosi al pubblico con queste parole: «Qui termina la
rappresentazione perché a questo punto il Maestro è morto.» La sera seguente, l’opera fu rappresentata,
sempre sotto la direzione di Toscanini, includendo anche il finale di Alfano.

L’incompiutezza dell’opera è oggetto di discussione tra gli studiosi. C’è chi sostiene che Turandot
rimase incompiuta non a causa dell’inesorabile progredire del male che affliggeva l’autore, bensì per
l’incapacità, o piuttosto l’intima impossibilità da parte del Maestro di interpretare quel trionfo
d’amore conclusivo, che pure l’aveva inizialmente acceso d’entusiasmo e spinto verso questo soggetto.
Il nodo cruciale del dramma, che Puccini cercò invano di risolvere, è costituito dalla trasformazione
della principessa Turandot, algida e sanguinaria, in una donna innamorata.


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